This (possibly cringeworthy) article is very old and part of Project Necromancy. Many of the opinions I held back then have changed. I'm keeping this only for "historical" interest, not necessarily because I agree with what I thought back then.
Also consider that many of the included links (even the ones to the Internet Archive) are dead.
Al giorno d’oggi, come sappiamo, l’informazione di massa è in mano a pochi. La comunicazione è del tipo uno-a-molti (ovvero, un’unica entità eroga l’informazione e molti la ricevono). Pensiamo alla televisione, al duopolio RAI-Mediaset.
Dov’è l’alternativa? Le TV locali? Qualità scarsa a mio parere. Normalmente i telegiornali locali trattano prevalentemente temi di portata al più regionale. MTV/La7? La prima è prevalentemente un canale musicale e (pur mostrandosi come una realtà giovane e libertaria) è assoggettata, bene o male, a gruppi di potere (la maggior parte dei video che vediamo sono comunque prodotti delle major…). La seconda è per certi versi interessante, ma comunque è troppo poco in un’Italia che si accontenta del solito panem et circenses. E, tra l’altro, entrambe fanno parte del gruppo Telecom Italia Media, proprietà per la maggior parte di Telecom Italia (quindi qualcuno che ha comunque interesse nel mantenere l’ignoranza dei cittadini a livelli alti).
Ci stanno svuotando la testa. Ci propinano quella che loro chiamano ‘informazione’. Nei telegiornali vediamo intere pagine dedicate al gossip o alle cosiddette ‘curiosità’ (come i vari servizi farlocchi del TG2 sulle ultime tendenze nel Regno Unito e i già discussi servizi sulle controculture). Ci bombardano di reality che spengono il cervello e distraggono dai problemi veri. Censurano l’informazione.
Soprattutto quest’ultimo punto è, a mio parere, la nota dolente. Quante volte in un telegiornale avete sentito parlare, per esempio, della proposta di legge Carlucci? E’ una cosa che riguarda tutti, eppure non è mai stata menzionata in un telegiornale, oppure è stato discusso così poco che mi è sfuggito… Dopotutto a chi interessa il futuro delle libertà digitali quando abbiamo l’orsetto dello zoo di Berlino?
Ma veniamo al punto, ovvero alla domanda iniziale. Dov’è l’alternativa?
L’alternativa c’è, eccome. Basta spegnere la TV e avviare il nostro browser. E saremo sommersi da più informazione di quanta ce ne hanno propinata i mass media in tutta la nostra vita. Notiziari online, forum, newsletter, articoli tematici e, soprattutto blog.
Il blog è il nuovo mezzo di comunicazione mediatica dell’era digitale. Tutti possiamo essere giornalisti. Tutti possiamo essere opinionisti (non quelli di Domenica IN ). Tutti possiamo dire la nostra, discutere e smuovere le coscienze. Possiamo fare la differenza. Possiamo diffondere ciò che i media generalisti non hanno il coraggio, la volontà o la possibilità di far conoscere. Facendo sapere chi siamo o restando nell’anonimato. Una scelta, quest’ultima, non dettata da vigliaccheria. Ma da un nostro diritto sacrosanto (qualcuno si è mai lamentato che gli alcoolisti anonimi siano, appunto, anonimi?). Abbiamo la possibilità di proporre un’alternativa, un’informazione vista non dagli occhi di chi è al potere, ma dagli occhi di chi, ogni giorno, vive la quotidianità.
E cosa volgiono fare? Vogliono toglierci il diritto a esprimerci. Vogliono tapparci la bocca, violando addirittura la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Vogliono farci passare per quelli cattivi, per i pirati, per pedofili, per sobillatori, per terroristi.
Ma i veri terroristi sono i giornalisti. Quelli che vi fanno pensare che ci sia sempre un capro espiatorio per i mali dell’Italia (prima gli Slavi, poi gli Albanesi, ora i Rumeni). Che l’unico modo per eliminare le (poche) mele marce di internet sia quello di controllarci tutti (colpirne cento per punirne uno???) e di dare la possibilità al governo di chiudere ciò che non gli fa comodo (la parola ‘Cina’ vi dice niente?).
E invece no! Pensate con la vostra testa! Mostrate che non siete d’accordo!
Continuiamo il nostro lavoro, blogger. Continuiamo a far scorrere il nostro pensiero, tanti piccoli torrenti che unendosi diventano un fiume in piena.